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Custodia autocostruita per macro collezione personale

  I primordi della fotosub sono iniziati con le custodie autocostruite, negli anni '90 non era certo necessario fabbricarsela da soli per avere un buono strumento. Ma l'ispirazione per questa "impresa" (e la scusa per realizzare qualcosa di "mio") mi venne per riuscire ad avere un rapporto di ingrandimento superiore al normale e poter avere flash e macchina in un unica custodia. Il risultato fu questo, io lo avevo pomposamente chiamato "Carnomacro" ma, per via della sua forma, gli amici lo chiamavano "il tamburino" e così "tamburino" fu. Per la prima immersione che si fa con una nuova custodia, anche oggi, si usa portarla sott'acqua senza fotocamera all'interno nell'evenienza di un allagamento. Io ero così sicuro del risultato della mia "creazione" che invece la portai subito in acqua con macchina e flash all'interno, risultato: tutto bene, il"tamburino" non si allagò, solo... che mi ero dimenticato di metterci la pellicola. Va be', andiamo a vedere i dettagli tecnici di questo fantastico dispositivo.  
 

 

 

  Il corpo della custodia è costituito da un tubo di PVC dello spessore di 10mm e gli oblo' sono di plexiglass da 20mm.

L'obiettivo è il 50mm con i tubi di prolunga, e, all'occorrenza anche il duplicatore di focale, questo mi dava un rapporto di ingrandimento molto superiore al 1:1, massimo ottenibile con la Nikonos o con gli obiettivi macro per reflex, a questo va aggiunto la moltiplicazione di 1,3 dovuta all'oblò piano. Il piccolo flash è vicino all'obiettivo il quale è "isolato" dai riflessi di luce del lampeggiatore da un tubo nero. La luce pilota serve per mettere meglio a fuoco, dovendolo fare movendo la macchina avanti ed indietro. E' visibile anche un peso da cintura di 1 Kg per contrastare la spinta positiva dell'aria presente all'interno.

 
   
 

I rimandi - scatto, accensione flash, accensione luce pilota - sono tutti magnetici.

 
   
  L'oblò posteriore, si vede il robusto o-ring di tenuta.  
   
  L'oblò anteriore con "integrate" le maniglie.  
   
  "Il Tamburino" in fase di chiusura posteriore, due unici o-ring, anteriore e posteriore, assicuravano la  tenuta degli oblò trattenuti in sede da sei ganci in acciaio fissati con viti autofilettanti (non passanti!) al tubo costituente il corpo della custodia. Visto che dietro è tutto trasparente, un giorno di questi ci metto dentro la digitale e la utilizzo di nuovo...

In basso qualche foto ottenuta con questa custodia, il rapporto di ingrandimento è notevole!